Titolo: Lost Tapes Vol. 21 Pino Minafra / Gli esordi
Formazione: vari
Composizioni: vari
Anno: 1978-1988 © 2024
Grafica: 3Heads Agency
Testi: Livio Minafra
Registrazione: Mimmo Fiore, Antonio Di Meo, Rudy Rabassini, Felice Cacucci, Pino Caldarola
Casa discografica: Angapp Music – It
Prodotto da: Livio Minafra
Lost Tapes vol. 21 Pino Minafra, gli esordi the beginnings ’70 & ‘80
Pino Minafra nasce a Ruvo di Puglia (Bari) il 21 luglio 1951. Primo di una famiglia numerosa è figlio di un contadino. Michele, classe 1920 con la passione per la lirica. Sua madre, Gaetana Rubini, classe ’22, era suora a Genova ma a seguito dei ripetuti bombardamenti della seconda guerra mondiale nel capoluogo ligure, tra il 1943 e il 1944 tornò a Ruvo di Puglia lasciando l’abito.
Giovanissimo fa parte di un coro di musica sacra. Successivamente si dedica allo studio della musica e della tromba entrando nella Scuola di Musica Comunale diretta da Alessandro Amenduni iniziando così a suonare in banda. Un giorno, girando la manopolina delle frequenze della radio, scopre una big band e un trombettista solista che primeggia. Primi complessi, I Lancieri nel 1965 e poi a 18 anni nel 1969, su invito dell’amico sassofonista Pino De Leo, parte per una tournée al Nord Italia per circa due settimane ma torna dopo due anni dopo aver girato per Germania, Persia (dove suona più volte per lo Scià) e Libano (dove collabora con la cantante Fairouz).
Tornato in Italia si dedica ad ogni tipo di musica. Fonda i Vernacola divenuti poi Eppur si muove con repertorio Chicago e Blood Sweat & Tears ma è il 1974 un anno topico: cofonda gli Orlando di Lasso, tra i primi complessi di ottoni d’Europa, affrontando repertori rinascimentali e barocchi (di cui è oggetto il vol. 11 della collana Lost Tapes); si diploma in Tromba classica col M° Michele Valerio; si sposa con Margherita Porfido, pianista conosciuta al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari allora diretto dal M° Nino Rota; si unisce con notevole impulso al Jazz-Praxis di Riccardo Di Bari, gruppo che qualche anno dopo diverrà Praxis. Non a caso una recensione dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 1° agosto 1974 ne chiarisce subito le intenzioni:
«Dopo l’esecuzione di alcuni brani è seguito un dibattito cui hanno partecipato diversi giovani. E’ stato posto in evidenza il tipo di musica jazz suonata che è quello bandito dalle accademie musicali e perciò ignorato nella pratica nell’ascolto dalla quasi totalità di musicofili» tantopiù «dalle case discografiche e dal monopolio dei mezzi di comunicazione di massa».
Interessanti anche le sue collaborazioni con la musica leggera e taluni personaggi televisivi. Da Rocky Roberts, Patrick Samson, Mike Di Leo, Franco G5 ad Alberto Lupo, Sylva Koscina, Mike Bongiorno. Si trasferisce al Nord Italia ma dopo un’interlocuzione con Gianni Basso e poi Enrico Rava decide di rientrare e cambia strategia. Non più musica d’altri ma la propria e non più altrove ma a Sud. Ma la domanda è proprio questa? Qual è la propria musica?
Ricostituisce nel 1977 il Praxis che vedrà luce su disco nel 1983 col disco Cenerentola (Letichetta). Si tratta di un estratto da una trasmissione Rai del 9 giugno 1981 (regia Gigi Spedicato) nella quale emerge uno stile che fonde tutte le sue esperienze musicali: musica classica, contemporanea, jazz, banda e folk. Dice Luca Cerchiari nelle note:
«Il folklore da un lato, e la contemporaneità colta dall’altro, diventano il dato nuovo e stimolante di un panorama musicale ricco di personalità ma sostanzialmente tributario, com’è logico, del modello americano. E’ un fremito di rinnovamento che attraversa l’intero continente. Ed è così che per che prima ancora di vedere la luce su disco, la musica raffinata, matura, intellettualmente eccitante del gruppo Praxis, fra folklore e contemporaneità colta ha scelto la seconda contemperando jazz e avanguardia europea, alea e pagina scritta, autocontrollo timbrico-dinamico e libera espressività strumentale. Il sestetto, nel 1982, è stato inviato dalla Rai a rappresentarci al XIIIº Festival del Jazz di Belgrado, Yugoslavia. Praxis è musica d’oggi, l’articolata Praxis Suite ma soprattutto Cenerentola, ci svelano il “nuovo suono” del jazz italiano».
Ed è questa la novità sostanziale. A livello pugliese Pino Minafra fa parte della terza generazione di jazzisti poiché nella prima possiamo annoverare Vito Morea (1897-1947), Mike Ortuso (1908-1981) e Cosimo Di Ceglie (1913-1980), nella seconda Bruno Giannini (1919-2001), Santino Tedone (1928-2008), Mimì Laganara (1928), Enzo Lorusso (1931-1966) e Dino Blasi (1934-2020) fino alla terza essenzialmente incarnata da Pino Minafra (1951) e Roberto Ottaviano (1957). Tuttavia, anagraficamente, se si escludono alcune intuizioni geniali tra jazz e musica leggera di Cosimo Di Ceglie, si può ben dire che all’alto livello esecutivo ed improvvisativo dei jazzisti citati non è mai corrisposto un pensiero compositivo originale che desse al jazz una nuova dimensione idiomatica. Ci riescono Minafra con Cenerentola e poi nel 1985-86 con Colori (Splasc(h) Records) e ci riesce anche Roberto Ottaviano con risultati originali più spostati sul jazz d’avanguardia europeo e talora inglese. Se dunque Cerchiari colloca Cenerentola più spostato sulla contemporaneità, è Colori a definitivamente sviluppare un immaginario folk mediterraneo, costruito con un approccio che non tarderei a definire mingusiano.
In questo senso anche Nicola Sbisà così evidenziava il 19 ottobre 1979, in un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno:
«Pino Minafra ha tenuto infatti a sottolineare che il gruppo «sente» del jazz soprattutto l’aspetto di «improvvisazione» e rifiuta invece scelte che porterebbero loro ad essere la «fotocopia di un modello che non è nemmeno vicino»! Cioè siamo dinanzi al tentativo di impostare un discorso concreto, sincero e essenzialmente «nuovo». Non «revivals» perciò che puntano al successo in virtù del solo abbigliamento della memoria col «déjà-vu» musicale, ma invece esecuzioni che offrono l’ascolto nuovi motivi di meditazione, spunti di discussione, sollecitazioni che possono riuscire illuminanti. Pino Minafra non è certo elemento da stare nei ranghi ha sempre morso il freno e questa potrebbe essere la sua vera buona occasione».
Dopo Cenerentola e Colori nasceranno il festival Europa Festival jazz di Noci dal sottotitolo Uomini e tendenze nella musica d’oggi, assieme alla complicità del poeta Vittorino Curci, 1989-1993; la Italian Instabile Orchestra con Giorgio Gaslini, Bruno Tommaso, Mario Schiano, Gianluigi Trovesi ed altri nata nel 1990 da un’intuizione di Minafra con la complicità dello stesso Curci e di Riccardo Bergerone; nel 1993 il Talos Festival a Ruvo di Puglia e il progetto La Banda. Sarà poi la volta nel 1994 del Pino Minafra Sud Ensemble (che sostituisce il Pino Minafra Quintet) col cd Sudori e così via, come indica la discografia.
Scopo del cd digitale è quindi indagare sul prima, sugli esordi al fine di scoprire, in nuce, le esperienze, gli esperimenti, le speranze, le influenze e le proiezioni dell’artista che verrà.
Discography
- 1968 MARCE FUNEBRI TRADIZIONALI MOLFETTESI Orchestra Moderna diretta dal M° Angelo Inglese (Amici della Musica di Molfetta)
- 1978 AFRICASIA New Franco G.5. (AR. Alpharecord)
- 1983 CENERENTOLA Praxis Group (L’Etichetta)
- 1984 PEN MOUTH BLUES Nexus Group (Red Records)
- 1986 NIGHT RIDING Nexus Group (Red Records)
- 1986 COLORI Pino Minafra Quintet (Splasc(H) Records)
- 1988 HANGING IN THE SKY S. Maltese Open Music Ensemble (Splasc(H) Records)
- 1988 ARABESQUE Gianni Gebbia Group (Splasc(H) Records)
- 1988 LIVE Minafra / Bennink / Mengelberg / Lomuto + Symphony Orchestra (Splasc(H) Records)
- 1988 TRIO Minafra / Colombo / Joseph + V. Curci poems (Splasc(H) Records)
- 1988 SORGENTE SONORA Minafra / Colombo / Schiaffini / Fioravanti / Balsamo / Spagnoletti (Rai / Audiobox)
- 1989 SCHIANO / KOWALD / MINAFRA / TROVESI / MALFATTI / LOVENS (Splasc(H) Records)
- 1989 L’INVENZIONE DEL VERSO SFUSO C. Actis Dato Quartet + Minafra + M. Nicolos + M. Porfido + V. Curci poems (Splasc(H) Records)
- 1990 QUELLA SPORCA 1/2 DOZZINA Pino Minafra Sextet (Splasc(H) Records)
- 1991 NOCI … STRANI FRUTTI Minafra / Reijseger / Bennink (Leo Records)
- 1992 LIVE IN NOCI & RIVE-DE-GIER Italian Instabile Orchestra (Leo Records)
- 1992 MASKS Giorgio Gaslini (Musica Jazz)
- 1992 CONCERT FOR IBLA Minafra / Occhipinti / Branciamore / Guarella (Splasc(H) Records)
- 1992 FROM G TO G Gianluigi Trovesi Octet (Soul Note)
- 1994 DANCES AND VARIATONS Gianluigi Trovesi (Musica Jazz)
- 1994 WALTZSTR. Varipov Project (Ava Records)
- 1994 PASSIONE E MORTE Banda Ruvomusica (Musicaimmagine)
- 1995 NUOVE MUSICHE PER CLAVICEMBALO Margherita Porfido (Musicaimmagine)
- 1995 SKIES OF EUROPE Italian Instabile Orchestra (Ecm)
- 1995 SUDORI Pino Minafra Sud Ensemble (Victo)
- 1996 RONDONELLA PROJECT Enzo Lanzo (Leo Lab)
- 1996 THE GIFT Antonio Di Lorenzo (Modern Times)
- 1996 LES HOMMES ARMES Gianluigi Trovesi Octet (Soul Note)
- 1997 MARCIA FUNEBRE – THE ITALIAN SUITE Südpool Jazz Project (Bellaphon Records)
- 1997 EUROPEAN CONCERTS ’94 – ’97 Italian Instabile Orchestra (NelJazz)
- 1997 LA BANDA Banda Citta’ di Ruvo di Puglia (Enja)
- 1997 ITALIAN INSTABILE FESTIVAL Italian Instabile Orchestra (Leo Records)
- 1998 ASYMETRIQUE Marco Remondini (CR Recording)
- 1999 PING PONG Vincenzo Mazzone (Leo Lab)
- 2000 TOP JAZZ 2000 con Italian Instabile Orchestra (Musica Jazz)
- 2000 CASTEL DEL MONTE Minafra / Godard / Matinier / Garcia-Fons / Favre / Galeazzi / Bsiri / Trovesi (Enja)
- 2000 LITANIA SIBILANTE Italian Instabile Orchestra (Enja)
- 2000 OLTRE NAPOLI, LA NOTTE / Bruno Tommaso (D.D.Q) 2000
- 2001 CANTO LIBERO / Banlieues Bleues Quartet (Victo)
- 2001 ITALIA / Sergei Kuriokhin: Live in Noci during the Europa Festival Jazz ’90 (Solyd Records)
- 2002 FORECAST / Italian Instabile Orchestra: Previsioni del tempo. Book + cd (Imprint Records)
- 2003 THE OWNER OF THE RIVER BANK / Cecil Taylor + Italian Instabile Orchestra (Enja)
- 2003 EXPERIENCES / Marcello Magliocchi live recordings (Setola di maiale)
- 2003 JAZZ MAGAZINE selections / Italian Instabile Orchestra (Jazz Magazine)
- 2003 INTERNATIONAL FESTIVAL VARNA SUMMER JAZZ 92/03 / with Anatoly Vapirov (Ava Records)
- 2004 UNITED FRONT – Eugenio Colombo ‘Tempi Duri’ (Splas(H) Records)
- 2004 ITALIAN JAZZ GRAFFITI – Civica Jazz Band (Edizioni Scuole Civiche di Milano)
- 2005 TERRONIA – Pino Minafra Sud Ensemble guests Faraualla, Vittorino Curci and the Meridiana Multijazz Orchestra (Enja Records)
- 2005 FOUA – Municipale Balcanica (Etnhoworld Records – Italy)
- 2005 UNA BANDA DI PEZZENTI – Daniele Sepe und rote jazz fraktion (Raitrade – Italy)
- 2006 SORGENTE SONORA – Eugenio Colombo e la Banda di Clusone (Zonedimusica – Italy)
- 2006 TOP JAZZ 2005 – Variuos + Pino Minafra Sud Ensemble (Musica Jazz Cd – Italia)
- 2007 VIVA LA BLACK – K. & J. Tippetts, L. Moholo & Canto Ceneral (Ogun – Uk)
- 2007 LONDON HYMNS – Italian Instabile Orchestra (Imprint Records – Italia)
- 2008 TOP JAZZ 2007 – Variuos + Italian Instabile Orchestra (Musica Jazz Cd – Italia)
- 2008 ANTHONY BRAXTON CREATIVE ORCHESTRA BOLZANO 2007 – Anthony Braxton + Italian Instabile Orchestra
- 2009 EUROPEAN JAZZ ENSEMBLE Ali Haurand, Charlie Mariano, Manfred Schoof, Conny Bauer, Joachim Kühn, Daniele Humair, Tony Levin etc.. (Konnex Records – De)
- 2010 BANDERVISH Radiodervish, Livio Minafra and the Banda di Sannicandro di Bari (Ed. Il Manifesto – It)
- 2010 TOTALLY GONE – Italian Instabile Orchestra – (Raitrade – It)
- 2010 LA BANDA “Musica Sacra della Settimana Santa” Live in Saint-Denis, Paris (Enja Records – De)
- 2015 PINO MINAFRA MinAfric & Faraualla – MinAfric (Sud Music – It)
- 2017 PINO MINAFRA MinAfric Orchestra + Louis Moholo, Keith & Julie Tippetts (Sud Music – It)
- 2022 ORLANDO DI LASSO Complesso di Ottoni (live 1980) Lost Tapes vol. 11 (Angapp Music – It)
- 2024 PINO MINAFRA live recording from 1978 to 1988 Lost Tapes vol. 21 (Angapp Music – It)
Guida all’ascolto all’album
Non essendo riuscito a trovare materiale prima, si inizia dal 1978 con Franco New G5 e gli arrangiamenti di Tony Sorrentino in cui Minafra richiama Lester Bowie. La registrazione è del gennaio 1978 e fu effettuata a Firenze. Segue la partecipazione, decisa poche ore prima, alla serata di jazz tradizionale del gruppo pugliese Doctor Two and friends del fisarmonicista Mimì Laganara e il pianista Tonino Minervini (rappresentanti della seconda generazione del jazz in Puglia, entrambi classe 1928, più legata a swing e dixieland), in cui assieme al chitarrista Franco Lorusso, fratello di Enzo Lorusso, Minafra si dimena in un approccio tra il blues e il dixieland non rinunciando a contrasti tonali ben inseriti nelle strutture. Ancora nel 1978 prende parte alla nascente Jazz Studio Orchestra, un’idea di Paolo Lepore e Felice Cacucci, successivi alla generazione di Laganara e Minervini. Qui lo apprezziamo come solista e come componente del Quartetto della JSO. Le sue trame si fanno più complesse e pindariche, come anche i repertori. Ecco le sue note del concerto del 1979 a Ruvo di Puglia a firma Minafra:
«Il Jazz, con la sua carica ritmica eccezionale, con l’abbattimento di schemi formali estremamente spersonalizzanti (ritenuti obbligatori della musica occidentale), con la forza creativa e liberatoria che ha e dà, con il suo «vedere» estremamente funzionale, quindi «presente», con la istantaneità, drammaticità e veridicità con la quale riesce a riprodurre la «vera» realtà quotidiana sociale-politico-culturale del nostro tempo spronandoci a meditare su di essa, e non lasciandosi plagiare da concetti utopici-mistici-borghesi cari alla cosiddetta musica classica occidentale, è da ritenersi insieme a Stravinskij, Schönberg, Stockhausen, Berio e Nono l’avvenimento artistico di maggior rilievo del nostro secolo».
Infine il complesso d’ottoni Syntagma Musicum diretto da Domenico Molinini e poi il Complesso d’Ottoni della Camerata Musicale Rubastina, sorelle “minori” degli Orlando di Lasso, in cui lo ascoltiamo interpretare musica rinascimentale e barocca, con un timbro caldo e sicuro, la collaborazione col sacerdote-compositore Nicola Germinario.
Si accede così agli anni’80. Vi troviamo la versione originale del brano Cenerentola, 1981, tratto dal disco omonimo e l’inedito di Roberto Ottaviano “Overnight reflections”, di fatto tributo a Keith Tippett, oltre a singolari interpretazioni di Au Privave di Charlie Parker come pure Tempus fugit di Bud Powell. Segue il 1984 con l’invito di Enrico Rava ad unirsi all’Enrico Rava Italian Project a Jazzfest di Berlino con tra gli altri Elena Ledda, Antonello Salis, Marcello Tonolo ed altri. E ancora per alcuni anni in pianta stabile con i Nexus di Daniele Cavallanti e Tiziano Tononi con alcune registrazioni del 1985.
E poi non registrazioni del succitato album Colori ma alcuni degli stessi brani tratti dal live di Atina Jazz 1988, in cui il gruppo divise il palco con Mal Waldron. Per l’occasione il batterista Ettore Fioravanti sostituì il titolare Vincenzo Mazzone. Infine la chicca, Chet Baker, a 2 mesi dalla tragica morte in cui Minafra, differentemente dai suoi colleghi musicisti, si discosta da un certo approccio mainstream e propone, provoca con linee zigzagate ed audaci sia Chet che lo Space Jazz Trio del grande pianista Enrico Pieranunzi.
Livio Minafra, Vilnius 29 ottobre 2022